Page 13 - La Collezione di Vittorio Emanuele III
P. 13
Roma, Museo Nazionale Romano Collezione di Vittorio Emanuele III
BdN online, Materiali 8 (2013) Andrea Pucci
Nella Collezione Reale ci sono varie monete che sono attribuibili con certezza a questo periodo
e in particolare le seguenti: paoli dieci del 1803 (taglio a tralcio o festone), cat. nn. 92-97 (Ludovico
I); quattrino del 1805, cat. n. 100 (Ludovico I); paoli dieci del 1803 (taglio a tralcio o festone), cat.
n. 103 (Carlo Ludovico & Maria Luisa); lira del 180638, cat. n. 127 (Carlo Ludovico & Maria Luisa).
Infine giova anche ricordare che tutte le monete emesse a nome di Elisa e Felice Baciocchi
vennero battute a Firenze tra il 1810 e il 1814: erroneamente questi conî sono spesso compresi nelle
monete della zecca di Lucca.
Granducato di Toscana
Ferdinando III di Lorena (II periodo, 1814-1824)
Dopo la disfatta di Napoleone anche la sorte della granduchessa di Toscana, sua sorella, era
praticamente segnata. Senza rimpianti da parte dei suoi ex sudditi, la contessa di Compignano si
ritirò a vita privata nei pressi di Trieste, dove morì il 7 agosto 1820.
I Toscani accolsero con sincera gioia il ritorno del “vecchio” granduca Ferdinando III nel
maggio del 1814; il 24 giugno 1814 venne ripristinata provvisoriamente la monetazione a nome di
Ferdinando.
Riassumendo con gaudio universale l’antica monetazione di questa zecca che presenta l’effige
del nostro amatissimo e venerato sovrano Ferdinando III, è stato necessario valersi degli antichi conj
contraddistinti dall’unicorno coll’epoca 1799 e quelli del 1800. Ma l’amministrazione attuale…
vuole che consti per il presente atto a quali differenze visibili possano esse distinguersi inequivoca-
mente ; e sono:
- Primo – che essendosi abolito il metodo di spuntar la moneta … tagliando la porzione della
periferia…tutte le monete ora emesse e senza eccezione sono perfettamente tonde.
- Secondo – che avendo sostituito l’uso della lima per condurre le monete a peso, non v’è né
quasi una che presenti segno di tale arnese.
- Terzo – che l’alfabeto della leggenda è maggiore di quello che in passato adopravasi.
Riconosciuta questa caratteristica…esser diverso il contorno in quelle oggi fabbricate consisten-
te in un tralcio o festone uguale a quello dei X paoli di Carlo Ludovico, al contrario delle antiche che
al contorno consiste in un meandro alla greca39.
Tra il 24 giugno e il 10 novembre 1814 vennero dunque battute una serie di monete da paoli
dieci con i vecchi conî datati 1799 e del 1800; esse si possono distinguere a prima vista dagli origi-
nali per il diverso taglio.
Sempre nel giugno 1814, l’ispettore della zecca di Firenze presentò al direttore, e attra-
verso di lui al sovrano, una relazione relativa alla possibilità di battere una moneta da impie-
gare per il commercio con il Levante: Il Tallero di Maria Teresa, antica moneta dell’Impero
Germanico, battuto originariamente nella zecca di Halla, gode presso il commercio del levan-
te dell’istesso favore del francescone, quantunque assai inferiore di titolo…ricevuto volentieri
dai mercanti turchi…persuasi dalla material forma della moneta…pare che il favore del
tallero presso i levantini debbasi attribuire alla forma della figura, molto per essi interessan-
te atteso il di Lei petto pieno che fù causa di distinguere presso di loro questa moneta come
Moneta dalle Belle Poppe40.
Essendo questo tallero una moneta forestiera fu chiesto un parere ai direttori delle zecche
di Milano e di Venezia, dove era stata battuta, per avere delucidazioni relative alla possibilità di
poterla battere anche a Firenze: Ill.mo sig. Direttore Fabbroni, In risposta alla sua del 5 corrente…
13