Page 15 - La Collezione di Vittorio Emanuele III
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Roma, Museo Nazionale Romano	    Collezione di Vittorio Emanuele III
BdN online, Materiali 8 (2013)                         Andrea Pucci

il millesimo 1820 ammontarono a oltre centomila pezzi. L’avvenuta battitura di questa nuova
moneta venne notificata al pubblico il 16 marzo 1820: Notificazione - Il Magistrato Supremo
della città di Firenze in esecuzione del benigno rescritto del dì 1 agosto 1819 partecipato al
Magistrato medesimo con biglietto dell’ Imperiale e Real Segreteria di Finanze del dì 8 marzo
1820. Fa pubblicamente noto essere stato ordinato coniarsi in questa regia zecca di Firenze
una nuova moneta da Paoli Cinque alla bontà di once undici d’argento fino per ogni libbra
di monete, e del peso di denari undici e grani quattordici fino a grani sedici per ciascheduna
moneta. Questa moneta sarà distinta sulla faccia coll’effige di S.A.I. e R. e colle lettere – FERD.
III.D.G.P.I.A.P.R.H. et B.A.A.M.D.ETR. e sul rovescio sarà il regio stemma col motto LEX TVA
VERITAS . Pisis 1820 – Dovranno perciò le dette nuove monete da paoli cinque avere per tutto
il granducato libero corso per la sopraespressa valuta né potranno essere recusate tanto nei
pubblici, quanto nei privati pagamenti, bene inteso però, che i signori cassieri, e camarlin-
ghi non dovranno riceverle nella minima parte alterate, e fermo stante per le altre monete di
vecchio conîo già in corso il disposto nella circolare in stampa del dì 21 luglio 1819. e tutto
ec. – Dalla residenza del magistrato supremo di Firenze – li 16 marzo 1820- Gherardini can-
celliere - Firenze nella stamperia Gran- Ducale49.

      L’anno prima della sua scomparsa, il direttore Fabbroni propose al granduca la battitura di
due nuove monete: la lira e la mezza lira. Adi 15 novembre 1821 – Il sig, direttore Carlo Siries, in-
cisore di questa Reale Zecca ha rimesso…i conj della lira e mezza lira indicatogli subito dopo l’ap-
provazione sovrana. Riuscirà utile intraprendere adesso una battitura di tal monete perché stante
una straordinaria stagnazione negli acquisti di materie monetabili…in questo caso trattandosi
di monete di vocabolo inusitato né di bontà diversa dalla consueta dei Francesconi. Fabbroni50.
Queste due nuove monete vennero celermente battute e notificate al pubblico il 4 dicembre 1821:
Notificazione – La Imperiale e Reale Consulta in esecuzione degli ordini contenuti nel rescritto
del dì 18 novembre prossimo decorso fa pubblicamente noto essere stato ordinato coniarsi in que-
sta I e R. Zecca di Firenze due nuove monete, che una del valore di una Lira e l’altra di mezza
lira alla bontà di once undici di argento fino per ogni libbra di moneta e del peso in quanto alla
lira dai grani ottanta, fino agli ottantatre, e quanto alla mezza lira dai grani trentotto, fino ai
quarantuno per ciaschedun pezzo. La lira sarà distinta sulla faccia coll’effige di S.A.I. e R. con le
lettere all’intorno – FERDINANDO III.A.D.G.D.DI TOSC. e sul rovescio con una ghirlanda di fo-
glie di Olivo nel cui mezzo si leggerà LIRA 1821. La mezza lira avrà sulla faccia il Regio Stemma
con le lettere all’intorno FERD. III.A.D.A.G.D.DI TOSC. e sul rovescio si leggerà MEZZA LIRA – 10
SOLDI 1821. Dovranno perciò tali monete per il suddetto loro valore avere libero corso per tutto il
granducato, ne potranno essere ricusate tanto nei pubblici, quanto nei privati pagamenti. Dalla
Imperiale, e Reale Consulta li 4 dicembre 1821. V.P.PARDINI Carlo Felici – Nella stamperia Gran
Ducale51.

      Queste due nuove monete verranno coniate entrambe dal 1821 al 1824.
      Le monete di mistura che si batterono nei dieci anni del secondo periodo di Ferdinando III
furono solo i 2 soldi (dal 1815 al 1822), il soldo (1822 e 1823) e il quattrino (1819-1824). Sia il sol-
do che i due soldi vennero coniati alla consueta bontà di 16 denari alla libbra; il quattrino, invece,
dopo la prima battitura del 1819 e la prima del 1820, venne prodotto alla bontà di soli 6 denari
d’argento per ogni libbra52.
      Da un punto di vista artistico, le monete del secondo periodo di Ferdinando III risentono
dell’influenza del nuovo incisore Carlo Siries: egli, nel pieno della sua maturità artistica, riuscì a
elaborare dei conî all’altezza del miglior periodo del padre.

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