Page 8 - La Collezione di Vittorio Emanuele III
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Roma, Museo Nazionale Romano	    Collezione di Vittorio Emanuele III
BdN online, Materiali 8 (2013)                         Andrea Pucci

venne inviata al re dal Fabbroni18, nuovo direttore della zecca, pochi giorni prima della scomparsa
di Ludovico, il quale morì il 27 maggio dell’anno 1803.

      Durante il breve periodo in cui governò Ludovico I vennero battute, oltre alle monete sopra
descritte, anche i quattrini dieci, il quattrino e un gettone, chiamato impropriamente soldo: …adì
15 giugno 1802 - …dare le occorrenti disposizioni affinchè per conto della Reale depositeria venga-
no coniati 80.000 gettoni di rame in cui sia impressa la corona e cifre reali da una parte e dall’altra
il giglio toscano a forma dell’annesso disegno per uso delle elemosine di pane che Sua Maestà si è
degnata di ordinare che venga fatta ai poveri della città di Firenze all’occasione del solenne possesso
che prenderà personalmente di questo regno nella mattina della prossima festività di San Giovanni
Battista…19. Una volta che questi gettoni ebbero espletato la loro funzione, vennero a poco a poco
ritirati e, per la maggior parte, rifusi.

      Dopo la scomparsa di Ludovico I, succedette al trono di Toscana il figlio Carlo Ludovico che,
data la giovane età, venne affiancato al potere dalla madre Maria Luisa, con il ruolo di regina reg-
gente. Poco dopo il loro insediamento avvenne una vera e propria “rivoluzione monetaria” in quan-
to il Fabbroni propose ai regnanti, che parzialmente accettarono, un cambiamento nella moneta-
zione: detta riforma prevedeva la creazione di una serie di monete da battersi ad argento popolino,
non più battute dai tempi di Cosimo III. Queste monete furono: le lire dieci (o dena), le lire cinque
(o mezza dena) e le lire una; ad esse, esclusa la lira, venne imposto il marchio di “Florentia” per
distinguerle dalle monete a più basso contenuto d’argento, che avevano il marchio di “Pisis”.

      In esecuzione dei Sovrani Comandi, ed in ordine al Benigno Rescritto del dì 21 Luglio 1803,
fanno pubblicamente noto essere stato ordinato cuoniarsi all’antica superior bontà di once undici,
e mezzo di Argento fino per ogni libbra di Moneta, in pezzi del valore respettivamente di lire una,
di lire cinque, e di lire dieci. Le monete da lire dieci dovranno essere del peso di grani ottocentotre, e
con un comporto di fabbricazione molto minore di quello permesso in passato per la Moneta quello
permesso in passato per la Moneta da Paoli dieci, e saranno, tanto queste, come quelle da lire cinque
distinte da una parte con l’Effige unite delle prelodate Maestà Loro il Re, e la Regina Reggente, ed
intorno “ Carolus Lodov. Dei Gratia Etruriae Rex ec. Maria Aloysia Regina Rectrix. Infantes . HH.
Florentiae ec. ec. ec “ e dall’altra faccia sarà il Regio Stemma col motto “ Domine Spes Mea a ju-
ventute mea “ saranno di peso proporzionale le monete da lire cinque, e da lire una, le ultime delle
quali avranno da una parte il Regio Stemma, ed i nomi, e dall’altra una ghirlanda di ulivo sarà la
leggenda “ una lira “. Dovranno perciò le Monete predette aver per tutto il Regno di Etruria libero
corso per la respettiva, e sopraespressa valuta, né potranno essere recusate tanto nei pubblici, quanto
nei privati pagamenti. Data dalla Loro Residenza li 23 Novemb. 1803. Luigi Fantini Cancelliere – In
Firenze nella Stamperia Reale20.

      Il Fabbroni aveva inoltre previsto una serie di nuovi tagli per queste monete con il fine di
ricondurre tutta la monetazione toscana a un sistema di tipo decimale: Firenze 1 settembre 1804 -
Ill.mo sig. direttore Luigi Siries. Ho l’onore di trasmettere a V.S. Ill.ma il disegno che S.M. la Regina
si è degnata preferire per la formazione del nuovo Decimo di Lira. Prego V.S. Ill.ma di eseguire al
più presto l’intaglio al quale effetto le sarà consegnato dal latore n° 3 paja di cuonj e un fedone o
tondello di rame che esprime la grandezza precisa che dovrà avere la moneta. Giovanni Fabbroni.

      Il seguente anno fu messa in cantiere anche la moneta da mezzo soldo: Firenze 26 agosto 1805
- Sig. Direttore Luigi Siries - Ho letto dopo mezzogiorno il venaratissimo motuproprio del 22 agosto
corrente…in esso la Regina Reggente incarica…di far coniare quella quantità di Mezzi Soldi che
sarà necessaria alle minute compre del sale. Quantunque non siami, pervenuto sinora ordine alcu-
no…non posso dubitare che tale disposizione non siami personalmente diretta. Mi credo dunque in
dovere di chiedere a V.S. Ill.ma nel più breve tempo possibile un disegno dell’impronta delle due facce
della voluta moneta…proporrò che sia fatta di più bassa lega onde passa darsele corpo e diametro

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