Page 137 - Memorie di Torino (vol.1) - Medaglie, gettoni e distintivi 1706-1970
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Bollettino di Numismatica Monografia n. 13.I 2006
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TRA PITTURA E SCULTURA. ARTE DELLA MEDAGLIA A TORINO, 1900-1930
“Quando il verismo trionfò, la medaglia, e, in genere, il bassorilievo decaddero perché la scultura, entrata in
gara con la pittura, perdette d’un colpo chiarezza di composizione, vigore di volumi, saldezza di profili, nettez-
za di chiaroscuro, che sono le qualità necessarie d’una medaglia, tanto sia fusa che coniata.(...). Lo stesso
Leonardo Bistolfi che studiando a Milano era caduto da giovane sotto quegl’influssi (...) ha fatto in piena matu-
rità un progresso così netto verso la tradizione e la ben sillabata semplicità, ancora confessa, con la sua meda-
glia in ricordo di Giovanni Camerana, quanto vivo resti nel suo occhio di scultore l’amore per la pittura (...).
Questa confusione tra le varie arti cara ai romantici sembra sia finita con la guerra e con la vittoria. Il ritorno
della logica e la fine della confusione erano però cominciati assai prima della guerra, e nelle lettere e nelle arti.
Guerra e rivoluzione sono infatti simili a intense e purtroppo necessarie malattie le quali rivelano tutte le tare
nascoste dell’organismo, e anche tutte le sue virtù di resistenza e le sue capacità di rinnovamento. Quel che
sarebbe avvenuto in cinquant’anni avviene in breve tempo; e nello stupore del cataclisma s’avvedono dei
mutamenti anche coloro che, miopi, li avrebbero ostinatamente negati per decenni. Domenico Trentacoste sici-
liano, Leonardo Bistolfi ed Edoardo Rubino piemontesi, Giuseppe Romagnoli bolognese, hanno modellato
taluni di questi sodi e nitidi ritratti prima della guerra...”
(Da OJETTI)
“IN PERFETTA ARMONIA DI CONCETTO E DI ARTE”. IL NUOVO SIMBOLO DELLA CITTÀ DI TORINO
Con l’impiego sempre più esteso delle medaglie come strumento di memoria e di riconoscimento, diven-
ne stabile l’istituzione di medaglie municipali. Il tipo raffigurato al diritto era generalmente quello stesso adot-
tato sul gonfalone cittadino, mentre sul rovescio, rappresentato da un campo vuoto entro una corona di alloro,
si incideva il nome del destinatario, la motivazione e la data del riconoscimento o dell’evento.
Dal clima di rinnovamento industriale, sociale ed artistico maturato con le grandi esposizioni del nuovo
millennio, scaturì l’esigenza di un nuovo emblema cittadino in armonico raccordo tra simbolo e forma, che
sostituisse il precedente “ di forma ormai antiquata ed antiestetica”.
La prima medaglia civica, nota come “corona turrita” dal tipo raffigurato al diritto, venne incisa da
Giuseppe Ferraris ai tempi dell’Unità d’Italia (Cat. nn. 135-136).
La seconda, venne realizzata da Giulio Casanova (Fig. 59) e presentata, insieme al nuovo gonfalone cit-
tadino, nel padiglione della Città di Torino all’Esposizione del 1911.3) La creazione del nuovo emblema segnò
la rielaborazione in stile liberty dell’antico toro unita alla leggenda Augusta Taurinorum, un esplicito richiamo
alle remote origini della Città.
Fig. 59 - GIULIO CASANOVA, medaglia per la Città di Torino, 1911 (Cat. n. 245)
3) V. Il gonfalone della Città di Torino, in “Gazzetta del Popolo”, 22 luglio 1911.
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