Page 43 - Memorie di Torino (vol.1) - Medaglie, gettoni e distintivi 1706-1970
P. 43

Bollettino di Numismatica Monografia n. 13.I 2006

                             LA FABBRICA DELLE MEMORIE
                            Produzione della Regia Zecca di Torino

                                             1825-1860

      Negli anni che prepararono la rivoluzione e durante il periodo francese, a medaglie, sigilli e distintivi era
stato affidato il compito di rappresentare ed esprimere segni e contenuti di movimenti ideologici volti ad un rin-
novamento radicale della società. Un codice iconografico dapprima segreto e riservato agli iniziati assecondava
le esigenze e le aspirazioni di singoli individui, appartenenti a società segrete e sostenitori del regime francese.1)

      Una committenza particolarmente attiva a Torino fu quella dei massoni, per i quali medaglie e sigilli rap-
presentavano un appropriato segno di riconoscimento, occasionalmente trasformato in capo d’accusa utile agli
inquisitori del governo sabaudo.2) Sebbene la maggior parte di tale produzione fosse destinata a rimanere
necessariamente anonima, furono con ogni probabilità al servizio dei massoni alcuni tra i più rinomati inciso-
ri, tra i quali Carlo Lavy, attivi tra la prima e la seconda metà del Settecento.3)

      Si giustificano così, sotto il regno di Carlo Felice, le Regie Patenti del 15 settembre 1825 (infra, Docu-
menti), che regolamentarono definitivamente la produzione di medaglie ed oggetti affini, inserendosi in una
congrua serie di provvedimenti normativi che avevano come principale obiettivo il riassetto dell’amministra-
zione delle zecche sabaude. Lo scopo sostanziale era chiaro: assicurare alla rigida censura della Regia Segre-
teria di Stato per gli Affari Interni il controllo e l’approvazione di quei tipi ed iscrizioni che si ispirassero a
“leggi, buoni costumi” o alla “pubblica morale”.

      Agli istanti, incisori e committenti, restava la scelta degli esecutori del lavoro, che poteva essere commis-
sionato sia agli stessi dipendenti della Zecca, ufficialmente istituiti nel 1816, sia ad incisori esterni, rimanen-
do fermo per tutti l’obbligo di utilizzare attrezzi e macchinari dell’Amministrazione. Tra i lavori del persona-
le di Zecca, spiccano in questo periodo le misuratissime composizioni di Giuseppe Ferraris, successore di
Amedeo Lavy nella carica di primo incisore della Regia Zecca (Fig. 22).4)

      La documentazione che qui si riporta testimonia, d’altra parte, come la libertà d’invenzione di tipi e leg-
gende e la stessa traduzione iconografica degli eventi legati alla monarchia sabauda fossero pesantemente
condizionate. Ne è un esempio la medaglia di Gaspare Galeazzi dedicata al monumento ad Emanuele Filiber-
to (Cat. n. 76, fig. 23).5)

        1) PENNESTRÌ 1999, pp. 405 ss.
        2) ibidem, p. 410 sg.
        3) ASSANDRIA, pp. 24-32; PENNESTRÌ 1999, pp. 411-412.
        5) È esemplare il procedimento seguito in questo caso. La richiesta dell’incisore viene inoltrata alla Regia Segreteria di Stato per gli Affari Inter-
ni, il cui consenso è indispensabile per la presentazione alla Regia Segreteria di Finanze (“a tenore delle Regie Patenti delli 15.7.1825: v. infra, Docu-
menti). La prima a sua volta richiede il parere alla R.Accademia delle Scienze. Amedeo Peyron e Luigi Cibrario, deputati all’esame, esaltano la centra-
lità della casa regnante a discapito del monumento e dell’evento cittadino collegato alla sua inaugurazione: v. AST, Corte, IP, ABBAA, m. 3, f. 63: lettera
di G. Galeazzi del 14.9.1838.

                                                  35

                                                                                                                                             http://www.numismaticadellostato.it
   38   39   40   41   42   43   44   45   46   47   48