Page 23 - Memorie di Torino (vol.1) - Medaglie, gettoni e distintivi 1706-1970
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Bollettino di Numismatica Monografia n. 13.I 2006

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            PER L’ONORE DEGLI STUDENTI: IL DISTINTIVO DELLA REGIA UNIVERSITÀ DI TORINO

      Il 1791 fu un anno memorabile per la Regia Università torinese. L’arresto di uno studente di Chirurgia
ingiustamente accusato di aggressione ed arrestato aveva scatenato una violentissima reazione da parte degli
studenti. Il risarcimento per l’onore ferito di tutta la categoria fu perciò affidato alla concessione di una pro-
pria divisa: un distintivo appunto, che doveva garantire l’immediata riconoscibilità ed il godimento dei privi-
legi. 7) L’esibizione del distintivo era inoltre vietata a chiunque non fosse iscritto al corso di studi ed in regola
con la frequenza e con gli esami prescritti. La spesa del distintivo, addebitata agli studenti al momento del-
l’iscrizione, veniva rimborsata in caso di definitivo compimento o di abbandono degli studi.

      “§ 1. Al primo susurro che s’eccitasse potrebbero rinfacciare che il governo loro non ha mantenuto la promes-
      sa, e molto difficile sarebbe l’acquietarli. Non altra fu la cagione per cui non cessarono dal tumulto se non
      dopo che fu affisso il viglietto di S.E. il Conte Graneri (...). Dunque il decoro del Re, ed il vantaggio dell’Uni-
      versità esigono che si accordi agli studenti la chiesta divisa; a fronte di tali ragioni credo inutile il citare esem-
      pi di molte Università straniere, nelle quali havvi tale usanza.
      § 2. La divisa da darsi agli studenti deve essere di poca spesa disimile dalle divise militari, e cavaleresche, e dif-
      ficile ad imitarsi. Restano perciò escluse quelle consistenti in un abito uniforme, che sarebbero di troppo grave
      spesa per la comune degli studenti, e che sarebbero troppo simili alle militari. Il pennacchio sul cappello, quale
      loro fu dato in occasione delle nozze del principe di Piemonte sarebbe anche dispendioso (...). Pare adunque una
      medaglia la divisa la più conveniente, e quella appunto che ho sentito proporre da parecchi. Questa crederei
      dovesse essere d’argento della grandezza circa della moneta di soldi trenta, e a un dì presso dello stesso valore,
      dissi d’argento perchè una medaglia di puro rame parrebbe poco decente, e di bronzo non potendosi fare al tor-
      chio verrebbe a costar troppo in proporzione al suo valore intrinseco. Potrebbe questa medaglia portare da una
      parte lo stemma dell’Università, dall’altra o il nome della facoltà, o quel motto che si stimasse conveniente.
      Essa si potrebbe attaccare alla botoniera dell’abito con un cordoncello di seta, e non con un nastro per evitare
      la somiglianza coll’ordine di S.Maurizio o cogli altri ordini cavalereschi forestieri. La diversità del colore del
      cordoncello indicherebbe la diversità della facoltà cui attendono gli studenti, essendo cosa importante che i Pro-
      fessori distinguano bene i loro discepoli. Con simile divisa, ma più distinta o per la grandezza o per la qualità
      del metallo, o per il modo d’attaccarla si potrebbe dare ai Professori e Dottori di Collegio, parendomi già d’aver
      dimostrato abbastanza la necessità di dar loro un segno ond’essere conosciuti dagli studenti. (...).”

                                                                               (Da AST, Materie Economiche, Pubblica Istru-
                                                                               zione, Regia Università, mazzo 2 d’add.ne, fasc.
                                                                               14, 1-3: Progetto per una divisa degli Studenti
                                                                               dell’Università, s.d.)

      Uno speciale riconoscimento per gli studenti, definitivamente approvato con la concessione di un distinti-
vo in bronzo (Cat. nn. 21-22 e Fig. 10), descritto nel Manifesto del Magistrato della Riforma (v. infra, p. 16 e
Fig. 9) era stato proposto qualche tempo prima in una relazione anonima e senza data, rintracciata nell’Archi-
vio di Stato di Torino (supra). L’autore aveva illustrato i vantaggi e le caratteristiche di un distintivo d’argento,
prevedendone uno in diversa forma anche per i Professori. Si trattava di un segno di riconoscimento diversifi-
cato nel colore a seconda del corso di studi, una novità già da tempo introdotta nelle università europee.

      Il provvedimento del 1791, di cui viene qui riportato uno stralcio, istituiva un distintivo, ossia una medaglia
con appiccagnolo, al quale si applicava un cordone di seta di vario colore a seconda delle Facoltà (Fig. 10). Un sem-
plice distintivo, firmato con ogni probabilità da Carlo Lavy, era già comparso sugli abiti di “Accademisti, Convitto-
ri del Collegio dei Nobili, Convittori ed Alunni del Collegio delle Provincie (Cat. n. 23 e Fig. 11) e Seminaristi”.

7) VALLAURI III, p. 215, 321; PENNESTRÌ 1999, p. 411.

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