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DAL METALLO GREZZO AI TONDELLI PER MONETE

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Reparti aggiustatoio e bianchimento


REPARTO AGGIUSTATOIO

Prima di passare nel reparto stampa-monete i tondelli, divisi per metallo, venivano passati alle macchine cernitrici, dotate di una tela senza fine che li trasportava presentandoli successivamente sulle due facce. L’ultima operazione meccanica effettuata sui tondelli consisteva nell’orlettatura. Per i metalli inferiori venivano utilizzate dalla Zecca due macchine rotative di tipo Johne le quali esercitavano una pressione sul tondello monetale per rialzarne i bordi, con una produzione che raggiungeva i 600 pezzi al minuto. Due macchine rettilinee alternative quadruple eseguivano invece l’orlettatura dei tondelli in metallo nobile, che risultava liscia per le monete in oro e per quelle coloniali in argento e con incisioni per i pezzi in argento da 5, 2 e 1 lira.



REPARTO BIANCHIMENTO

Ultimata la lavorazione meccanica dei tondelli, quelli in metallo nobile passavano al reparto bianchimento e rincozione, diviso in due ambienti, uno con il forno di ricottura del tipo a muffola e l’altro con le vasche di bianchimento, in piombo. Una volta bianchiti i tondelli venivano estratti meccanicamente dal barile, lavati a grande acqua e, da ultimo, sottoposti ad asciugatura.

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L’orlettatura del tondello consiste in un rialzamento del bordo, che può comprendere anche l’impressione di una leggenda periferica. L’orletto, che ha uno spessore superiore a quello delle moneta, serve a proteggere i rilievi delle impronte dal logorio per sfregamento.
Alle più antiche macchine, dotate di barre rettilinee che si muovevano in senso inverso su un piano orizzontale, tra Otto e Novecento se ne vennero ad affiancare altre dotate di disco rotante e barre a scorrimento, orizzontale o verticale. Orlettatrice circolare Taylor & Challen LD – Birmingham, England