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LA CONIAZIONE DI MONETE E MEDAGLIE

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Officina stampa monete

I tondelli per moneta, dopo la verifica del peso e del numero, passavano nella sala che ospitava, disposte in lunga fila, le presse monetarie, 10 di tipo Uhlhorn, di antica costruzione, e 5 di tipo americano, a ginocchio doppio, con la pressione dal basso verso l’alto, comandate da motore elettrico. L’adozione delle presse monetarie contribuì in maniera decisiva a migliorare le prestazioni delle zecche, portando ad un aumento significativo della produzione, che all’epoca arrivò a toccare, per ciascuna macchina, i 70/75 pezzi al minuto. Tali prestazioni furono in seguito migliorate dalle presse Schuler, capaci di coniare 120 monete al minuto. Dopo un ulteriore controllo sulla qualità della stampa e sul numero, le monete coniate, accuratamente confezionate e immagazzinate, venivano passate alla distribuzione per essere immesse nella circolazione del Paese.

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Nel 1817 l’ingegnere tedesco Diedrich Uhlhorn brevettò il modello di una pressa a leva capace di produrre, a seconda delle dimensioni, da 30 a 60 pezzi al minuto. La pressa, immediatamente adottata dalle principali zecche europee, da Berlino a Vienna, da Stoccolma a Napoli e altre ancora, rimase in uso senza sostanziali cambiamenti per oltre un secolo.
Nel 1834 il francese Pierre-Antoine Thonnelier presentò all’Esposizione Internazionale di Parigi i disegni di una pressa molto simile alla Uhlhorn, ma più veloce e meno ingombrante, migliorandone inoltre le prestazioni, specie per quanto riguardava l’alimentazione e l’estrazione dei tondelli e il fissaggio dei conî. Pressa D. Uhlhorn (in Grevenbroich bei Köln am Rhein), 1902