Vetrina 25 Lavorare in Zecca. Una grande arte nel piccolo cerchio

LAVORARE IN ZECCA

UNA GRANDE ARTE NEL PICCOLO CERCHIO

Luigi Giorgi e Attilio Motti, incisori presso la Regia Zecca di Roma.

Nella Zecca di Roma, unico stabilimento monetario attivo nel paese, fin dai primi anni del Novecento si respira un’aria di rinnovamento che farà della fabbrica romana uno dei poli più attivi anche nel campo della produzione medaglistica italiana. Morto nel 1903 Filippo Speranza (1839-1903), lo storico incisore capo della Zecca, che aveva iniziato la propria attività sotto Pio IX, nel 1906 gli era succeduto Luigi Giorgi (1848-1912), orafo, medaglista e, al tempo stesso, affermato scultore, ancora legato alla vecchia tecnica dell’incisione diretta, nella quale fu maestro insuperato.

Ma l’introduzione del pantografo tridimensionale, in grado di trasferire alla grandezza voluta sul duro acciaio dei conî i modelli originali, avrebbe di lì a poco cambiato radicalmente il modo di lavorare degli incisori. Nel nuovo edificio della Zecca, inaugurato nel 1911 sul colle Esquilino, sarà infatti Attilio Motti (1867-1935), in carica dal 1913, il primo a sfruttare con grande abilità le possibilità offerte dalle nuove tecnologie. Anni fecondi che videro cementarsi la collaborazione artistica con Giuseppe Romagnoli (1872-1966), direttore della Scuola dell’Arte della Medaglia, dal 1907 attiva presso la Regia Zecca, e futuro vate del regime fascista.